il LestEditoriale
FIRENZE D'AGOSTO
E
LA STRANA STORIA DI PIAZZA DELLA PASSERA (PUSSY SQUARE)
Amigos y aficionados
carissimi,
eccoci di ritorno a
voi freschi e riposati dopo tre giorni di ferragostesca vacanza dal
blog. Anche molti di voi, immaginiamo, avranno appena fatto ritorno
all'ovile dopo le sortite vacanziere, perciò si suppone che oggi il
giramento di coglioni aleggiante nell'aria sia diffuso e massiccio.
Per di più, come
ogni tradizione nazional popolare vuole, ferragosto è universalmente
percepito come il giorno limite, la quinta di chiusura dell'estate.
Dopo il 15, in sostanza, la testa di molti di noi è già dentro
l'autunno. Aggiungiamoci poi che questa qua estate non lo è stata
manco per niente (pioggia e freddo che ottobre le fa un baffo) e la
frittata è completa.
Indi, appurato che
non solo non esiston più le mezze stagioni, ma nemmeno le altre due,
e che a San Martino invece delle castagnate faremo le gavettonate e
che a Natale raccoglieremo violette, non buttiamoci giù, come
direbbe l'amico Nick Hornby.
Che poi alla fine,
temperature polari a parte, agosto resta pur sempre agosto. Prendiamo
le città per esempio. Ora la crisi galoppante che attanaglia i
nostri conti in banca ha fatto sì che le grandi città si
svuotassero molto meno del solito, che i parcheggi restassero pieni e
i negozi aperti.
Però sempre agosto
è, la gente è in ferie, la frenesia cittadina rallenta a colpo
d'occhio, invece di correre si tende a passeggiare e la tua città,
quando ti ci trovi in agosto, la scopri e la riscopri per forza.
Dettagli, storie, itinerari e curiosità d'ogni sorta spuntano e
risputan fuori come funghi nell'umida boscaglia.
Allora, seguendo la
scia di queste riscoperte, per alleviarvi le pene del drammatico
rientro, sto lunedì qua si è pensato di contarvi la strana
storiella di un delizioso angolo del centro storico della mia Firenze
dal nome che più eloquente non si può: piazza della Passera.
Che uno appena
arrivato a Firenze la vede segnata sulle cartine, oppure ci si
imbatte per caso, e gli viene di pensare a un buffo equivoco. Tipo
come a Genova, che uno passa per piazza della Chiappa, pensa al culo
e gli scappa da ridere, ma subito dopo è certo che si tratti di un
equivoco, s'informa e infatti, come volevasi dimostrare, per chiappa
non si intende il gluteo ma il nome arcaico della pietra liscia e
sporgente.
Solo che trattandosi
di Firenze, e soprattutto essendoci di mezzo quei goliardi impudici e
svergognati dei fioretini, come minimo ti viene il dubbio che non si
tratti di un equivoco, il dubbio che per passera non si
intenda la femmina del volatile comunemente detto passero, ma
che si intenda proprio l'organo genitale femminile.
Più che di piazza,
trattasi di piazzetta, uno slargo piccolo e improvviso nel dedalo
intricato di viuzze dell'oltrarno, a due passi da piazza Pitti,
esattamente all'intersezione tra via dello Sprone, via dei Vellutini
e via Toscanella (a quest'ultima sono dedicati tutti i racconti del
pittore Ottone Rosai, che li raccolse in un libro intitolato appunto
Via Toscanella).
Piccola quanto si
vuole, ma piazza della Passera è uno degli squarci più belli e
caratteristici dell'intero oltrarno fiorentino, zona Pitti/Santo
Spirito, ospita tre ristoranti, una gelateria e un caffè, nonché
moltissime iniziative culturali nel corso di tutto l'anno.
Detto questo, perché
cavolo si chiama così?
Andiamo indietro di
qualche anno. Prima del 2006, venendo in gita o in vacanza a Firenze,
nelle vostre guide, cartine e stradari, non l'avreste certo trovata.
In quello stesso identico punto avreste trovato indicata piazza
dei Sapiti, che è stato il suo nome ufficiale sin dai primi del
'900.
Ufficiale, appunto.
Perché se vi foste messi a chiedere per strada indicazioni per
raggiungere piazza dei Sapiti, difficilmente qualcuno avrebbe saputo
rispondervi. Questo perché ogni fiorentino che iddio ha messo in
terra, ha sempre conosciuto, indicato e chiamato quella piazza come
piazza della Passera. Così, tra le altre cose, è chiamata
anche nell'ultima strofa del brano “cult” Teresina di uno
dei più celebri cantastorie popolari fiorentini, Riccardo Marasco.
Insomma, un toponimo
ufficiale completamente surclassato dal nomignolo popolare. Al punto
che nel 2005, l'allora assessore Giani (ultima giunta Domenici)
decise di ribattezzarla ufficialmente e a titolo definitivo con
l'appellativo con cui era sempre stata chiamata. Piazza della
Passera, appunto.
Non mancarono,
all'epoca, dibattiti e polemiche. Nel resto d'Italia infatti, in casi
analoghi di toponimi equivoci, in tempi recenti si è sempre
proceduto in senso contrario, sostituendo cioè il nome sconveniente
con un altro più accettabile.
A Bologna per
esempio c'era via Sfregatette, chiamata così perché talmente
stretta da costringere i passanti in direzione opposta a mettersi
faccia a faccia e a procedere strusciandosi a vicenda. Ritenuto non
consono, di recente l'antico nome della via è stato sostituito con
via Senzanome.
A Firenze no, e
nonostante le critiche di chi riteneva immorale inserire negli
stradari ufficiali un nome che in vernacolo fiorentino indica
esclusivamente il sesso femminile, la piazza si è ripresa il nome
con cui la gente l'ha sempre chiamata.
Ma per passera si
intende davvero, nell'origine dell'appellativo, un esplicito
riferimento al sesso femminile?
Nella già citata
Teresina, Marasco “gioca” proprio in questo senso:
Te
la portai a i' barre
di
piazza della Passera
la
cominciò a grattassela
la
mi fece scomparir...
Ma può trattarsi,
appunto, soltanto di un gioco di doppi sensi messo in piedi dal
giullare cantastorie.
Quindi, lasciamo
stare gli stornelli e andiamo piuttosto a vedere cosa ci dice la
storia.
Esistono due
versioni sull'origine del nome della piazza.
La prima, che è
anche la più fondata e accreditata dalle fonti, ci dice che dalla
notte dei tempi, almeno dai primi del '500, in quella zona sorgesse
il bordello più celebre della città, talmente celebre da essere
frequentato nientedimenoche da Cosimo I in persona.
E, visto che gli
affari andavano a gonfie vele e che la frequentazione del postribolo
era molto più che assidua, fu ben presto necessario aprirne un
altro, e poi un altro ancora, per soddisfare le sempre crescenti
esigenze dei cittadini.
Quando poi nel 1546
i Medici attuarono una vera e propria “bonifica”
dell'antichissimo quartiere all'epoca detto della Baldracca
(attuale via dei Castellani, lato est degli Uffizi, a due passi
da piazza della Signoria), per ripulire le zone immediatamente
limitrofe al “centro del potere” da osterie, vagabondi e
prostitute, la zona di piazza della Passera divenne il centro
incostratato dei bordelli e dei vizi cittadini. Una sorta di
quartiere a luci rosse ante litteram, insomma.
Una nomea secolare,
visto che quei bordelli furono demoliti soltanto agli inizi degli
anni venti del secolo scorso.
Messa così non
paiono esserci dubbi sull'origine del nome.
La seconda versione
però, più antica e mitologica, pare muoversi in tutt'altra
direzione.
Si racconta che nel
1348, a pochi giorni dalla tragica esplosione dell'epidemia di peste
nera, due bambini trovarono nell'attuale piazza della Passera un
uccellino morente, una passera per l'appunto.
Cercarono di
salvarla, ma non ci fu niente da fare. L'uccello morì poche ore
dopo: era ammalata di peste, una sorta di paziente zero del
morbo che di lì a poco avrebbe sconvolto la florida Firenze
uccidendo in pochi mesi un terzo della popolazione cittadina.
Una favoletta che
però, al di là dei toni da parabola e da dramma di carità
cristiana, per quanto ci riguarda non fa che confermare la prima
versione. Una simbologia che sembra dirci come la peste, la minaccia
per eccellenza, alimentata soprattutto da condizioni igienico
sanitarie precarie o inesistenti, letta come punizione divina contro
un'umanità viziosa e lasciva, abbia avuto origine proprio nel luogo
più malfamato, dove si annida vizio, degrado e perdizione.
Infine, tornando ai
giorni nostri, affinché non sussistano più dubbi, andate una sera a
mangiare in uno dei ristoranti della piazza.
Ordinate il vino
rosso della casa.
Guardate
l'etichetta.
Leggerete: Piazza
della Passera. E sotto, tra parentesi, la traduzione inglese: Pussy
Square.
Più chiaro di
così...
Hasta luego,
amigos!!!
IL LESTO
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